pubblicata da Alessandro Clementi il giorno lunedì 21 marzo 2011 alle ore 0.49
Sig. Visetti,
non scomoderò per lei parole come deontologia: una veloce scorsa ai suoi articoli passati mi dà già sufficientemente l'idea che lei, il suo patto con il diavolo, l'ha firmato e controfirmato da parecchio. Lei e la deontologia avete in comune quanto l'acqua con l'olio, quanto i cannoli con gli ossobuchi.

D'altra parte, non scomoderò nemmeno l'unica parola capace di rispondere a quanto lei, con il potere che purtroppo le è stato attribuito, sta compiendo nel piccolo contro noi, comunità italiana in Giappone, e nell'enorme, contro un popolo investito da una sofferenza che evidentememte le è estranea come mille anni fa il Qoelet a un aborigeno australiano. La parola è vergogna, ma non la scomoderò, dicevo, perché altrimenti questa lettera finirebbe qua.

Tengo invece un profilo basso, bassissimo, e le chiedo in che modo riuscirà a dare conto della quantità inverosimile di menzogne che è riuscito a mettere insieme nell'articolo che oggi, 20 marzo, le hanno pubblicato sul quotidiano la Repubblica ("Tokyo, capitale in agonia") e che - sempre nell'intenzione di mantenere un profilo basso - userò come riferimento.

(Riferimento... rimanga tra noi, sig. Visetti, ma io dalla lettura del suo articolo ho provato un senso di umiliazione così cocente come penso di aver sperimentato solo poche volte nella mia vita. Umiliazione infinitamente accresciuta dal fatto che sì, di penna si ferisce più che di spada, ma di solito non da una penna come la sua che è palese abbia esaurito ogni possibilità di crescita intorno alla seconda media)

Sig. Visetti, mi dicono che è vero che è inviato in Giappone, che lei è presente sul territorio, e non sulla collina di Posillipo a giocare alla playstation, come invece immaginavo. Io comincio, eh, poi mi fermi lei:
"in 4 milioni sono già fuggiti"... mi dia la fonte per cortesia. Capisco che sui conclamati 13 milioni di abitanti della capitale siano noccioline, ma sono pur sempre quasi il doppio di Roma. Insomma, numeri importanti.
"al riparo dalla nube atomica". Non è Chernobil, non lo è nemmeno lontanamente. Questo anche al suo giornale sono stati constretti ad ammetterlo. "E come vuoi chiamarla?". Sig. Visetti, come avevano capito molte persone prima del nostro Moretti, le parole sono importanti: lei adeso mi vuol negare che nelle sue intenzioni non c'era un richiamo intenzionale all'immagine che noi tutti serbiamo di quell'episodio? Davvero? Davvero davvero davvero?
"nella periferia a nord di Tokyo arriva invece l'orda dei disperati che scappano da Fukushima". Anche qui, sig. Visetti, al di là della menzongna mortificante, è una questione di linguaggio. Oltre che spaventosamente immobili nel loro cliché (ma non è colpa sua, si intende, lei fa quel che può) sono parole che si usano per il Darfur, non per Tokyo. Anche qui, l'intento (mi perdonerà, ma con lei davanti come interlocutore mi viene da ridere a chiamarlo così) subliminale è evidente.
" Il governo ha ammesso che tracce di iodio radioattivo sono state rinvenute nell'acqua potabile di Tokyo e delle aree vicine. Livelli anomali, ufficialmente sotto i limiti di legge e non immediatamente pericolosi per la salute". Il governo che ha "ammesso", pubblica dal 15 marzo sul sito ufficiale del Ministero dell'istruzione e scienza dati ragionati e dettagliati sulle rilevazioni di radiazioni regione per regione, e la notizia è da lì che arriva. Per "ammettere", occorre prima aver negato o almeno taciuto. Pensa in tutta fede che il governo abbia anche solo pensato di tacere su una cosa così facilmente verificabile? O che posticipare la notizia di uno o due giorni abbia avuto una ragione politica?  E i livelli? Che la rilevazione è di 2,9 e che il livello di norma per i.n.i.z.i.a.r.e a essere pericoloso è di 300, non lo dice?
Lei è semplicemente colpevole, sig. Visetti, di un uso viziato e intenzionalmente deviante delle parole che utilizza.

Mi accorgo di starmi perdendo dietro di lei, sig. Visetti, sto annoiando chi mi legge e facendo così il suo gioco, visto che invece vedo come i suoi articoli siano "consigliati" da 2.000 persone su FB. Ottima idea quella di poter solo "consigliare" e non il contrario, per fare una media ragionata. Ad ogni modo mi limito solo ai punti eclatanti.

" A Ginza, la via dello shopping, alcuni ambulanti mettono all'asta compresse di iodio sul marciapiede, a prezzi esorbitanti, come fossero spacciatori"... questa è meravigliosa. Non riesco a non sorridere, mentre mi sento come qualcosa che si svuota dentro. Una volta, una simpatica responsabile stampa di una casa editrice mi voleva convincere a scrivere che un'intervista che avevo fatto tramite mail, in realtà l'avevo fatta in un elegante caffè "della" Ginza (sic). Mi rifiutiai. Immagino che anche nel suo caso, la  scelta del luogo abbia a che fare con un certo modo di intendere il giornalismo, e che ha come premessa quello di intendere i lettori come tanti campagnoli che reagiscono al nome di "Ginza" come gli emigranti di inizio 900 a quello di Long Island.

"I cibi confezionati, purché prodotti prima dell'11 marzo, sono introvabili e il loro prezzo è salito di sette volte. Invenduti i generi freschi. (...) Molti distributori di carburante sono chiusi e quelli aperti non vendono più di dieci litri di benzina a testa, da portarsi via in una tanica. Il mercato immobiliare è impazzito. In una settimana il valore delle case a Tokyo è sceso del 30%, del 70% nella prefettura di Fukushima. A Osaka, Kyoto e Kobe è salito del 40%."  
Le fonti, per cortesia. Ah, a proposito, i litri sono 20, e solo in determinati distibutori.

"Devono dire in anticipo cosa può succedere - dice Reiko Fukushima, direttore di un'importante catena di negozi - non confessare quanto è già avvenuto". Mi piace questa Reiko Fukushima, l'unica voce in un articolo che intende parlare per - la cito, sig. Visetti - 35 milioni (BUM!) di persone (anzi no, 31, perché 4 se ne sono andati, è vero). Adorerei sapere quale raffinato criterio ha seguito nella sua selezione.

"lo spettro di un'esplosione nucleare". Ecco, questo è grave, perché non solo non è nemmeno lontanamente possibile un'esplosione del genere (come del resto lei sa benissimo), ma l'instillare l'idea in riferimento a un paese che sa che cosa vuol dire una vera esplosione nucleare la copre di una colpa di cui mi auguro verrà chiamato a rispondere il prima possibile, possibilmente, e non sto scherzando, in un'aula di tribunale.

"eco-evacuati". Ma lei è un artista, sig. Visetti! E' tutta farina del suo sacco?

"Tragico il problema dello smaltimento delle vittime dello tsunami, fra 25 e 40 mila". ...40 mila...
VERGOGNAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!! (mi scusi, alla fine mi è scappata)