mercoledì 16 marzo 2011

Travolta dagli eventi

Dopo il ritorno a casa, io e F. "o napoletano" controllammo le notizie, la situazione sostanzialmente non era cambiata. Anche l`Ambasciata, non dava segni di allarmismi, anche se consigliava a chi non aveva impellente necessita` di stare a Tokyo di allontanarsi dalla citta` per prevenzione.
Durante la mattina avevo anche contattato degli amici che stavano a Osaka e a Kobe e che pensavo di incontrare. Dato che non avevo nessuna intenzione di uscire dal Giappone, avevo pensato di fare un giro nel Kansai (a Sud-Ovest del Giappone) finche` la situazione si calmasse e anche per tranquillizare i miei.
Ma  dall`Italia mi facevano pressioni. Ho sentito via skype il Titti poverino era molto preoccupato anche se sembrava calmo. Era rimasto tutta la notte a scrivermi messaggi di lasciare il Giappone immediatamente e non riceveva risposta, perche non mi mandava i messaggi sul cellulare. Le notizie in Italia erano terribili, molto di piu che in Giappone e a volte anche false (su questo poi scrivero` un blog a parte). "O napoletano", cercava di tranquillizzarmi, ma dopo la telefonata, mi sono sentita costretta a partire, anche se non volevo.

Partire e per dove? non certo in Italia, volevo stare per quanto possibile il piu` vicino a Tokyo. Il Titti mi ha detto di uscire dal Giapppone, ma molto mi hanno detto "torna a casa presto". CASA bella parola, la mia casa, la mia vita e` Tokyo. Ho lasciato il lavoro, gli amici, i padroni di casa che sono cosi` carini, la mia casa con la biancheria ancora stesa, le pulizie a meta`, la verdura apena comprata nel frigo. Non volevo lasciare la MIA CASA non cosi`, scappando e lasciando gli altri li`.

Nel frattempo avevo anche sentito M. "la gattara", che era a Osaka. Doveva partire il giorno dopo da Narita che ci faceva a Osaka!!!!!!! Non avevo ben capito la situazione, ma questo mi aveva preoccupato anche se pensandoci (e in quel momento iniziavo a "non pensare") considerando i Black Out che c'erano a Tokyo era semplicemente un problema tecnico e che non sarebbe stato possibile tenere attivo l'aeroporto al 100% . Poi ho parlato con il suo amico A. "l'interprete", lui e` giapponese, ma mi ha detto che si era informato bene, che cio` che dicevano alla Tv non era completamente vero e che il rischio c'era come diceva il Titti. Mi e` salita un`angoscia cosi` forte che e` subentrato il panico. Ho telefonato un sacco di volte all'Alitalia senza successo e l'unica volta che sono riuscita a prendere la linea il cellulare si e` scaricato. Intanto K. e F. cercavano di tranquillizzarmi e hanno preparato la cena. Ho mangiato, ma con ansia、e il mal di testa mi assaliva. Ho continuato a cercare su internet  che cosa non lo so. L'unica cosa che sono riuscita a concludere e` stato di chiamare un taxi per la mattina dopo. 
Ho salutato F. e K. che il giorno dopo probabilmente se ne sarebbero andati a fare un giro nlla zona di Nagoya. Ho continuato a ricercare su internet il nulla e sfinita all'una sono andata a dormire piangendo, non avevo scelta dovevo partire e non volevo partire

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